Fare o tuttofare?

Due parole due sul buon uso del verbo fare adoperato, come suol dirsi, in tutte le salse e ciò non è affatto ortodosso sotto il profilo linguistico-grammaticale.

A questo proposito è bene ricordare che l'uso di fare in sostituzione del verbo dire, per esempio, è linguisticamente accettabile soltanto quando nel corso di una narrazione o di un dialogo sottintende anche l'azione del gestire e vuole esprimere il concetto o, meglio, l'idea di un intervento repentino: m'incontra per strada, per caso e mi fa (cioè: mi dice): quando sei tornato?

È bene evitare — sempre che si voglia scrivere e parlare secondo le leggi della lingua — alcune locuzioni in cui il verbo fare è adoperato nella forma riflessiva apparente: farsi l'automobile e simili; farsi i baffi; farsi la barba; farsi i capelli; farsi la testa; farsi le unghie; farsi un dovere; farsi cattivo sangue; farsene una passione; farsene una malattia.

In tutte le espressioni sopra citate - anche se di uso comune - il verbo fare può benissimo essere sostituito con un altro più appropriato. Farsi la barba, per esempio, si può sostituire con il verbo radersi. Fare, insomma, non è un verbo... 'tuttofare'.

23-07-2018 — Autore: Fausto Raso — permalink


Ruticare

Ci scrive Alfonso C. da Rovigo: «Egregio Prof. Raso, dalle sue noterelle ho appreso cose linguistiche che non si trovano nelle comuni grammatiche e nei comuni vocabolari. Non le ho mai scritto, lo faccio ora per le insistenze di mio figlio (III media) perché il suo insegnante di lettere dice che c’è un verbo atto a indicare una persona che si muove piano piano e con molta fatica e vuole sapere, appunto, dai suoi allievi qual è il verbo che fa alla bisogna. I vocabolari in nostro possesso… tacciono. Confido in lei. Con l’occasione le porgo i miei sentimenti di stima e la ringrazio anticipatamente per l’eventuale risposta».
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Sì, cortese Alfonso, il verbo di cui parla l’insegnante di suo figlio esiste, anche se non attestato nei comuni vocabolari dell’uso, mi sembra lo riporti solo il GRADIT: ruticare o ruticarsi.
Leggo, dunque, dal GRADIT: «Verbo pronominale intransitivo (io mi rutico) [der. di ruticare] 1. muoversi, agitarsi, dimenarsi; 2. di pianta, propagarsi strisciando a terra».
Per l’origine etimologica la rimando a questo collegamento: Etimo.it - ruticare.
Veda anche quest'altro collegamento: Google.it - ruticare

20-07-2018 — Autore: Fausto Raso — permalink


È solo un salaccaio

Tra le parole in via di estinzione segnaliamo salaccaio: un libro vecchio e di scarso valore, le cui pagine sono utili solo, come fa rilevare Ottorino Pianigiani, per avvolgerci le salacche.

Etimo.it – salaccaio
Etimo.it - salacca
Wikipedia - Salacca

19-07-2018 — Autore: Fausto Raso — permalink