Rapimento e sequestro
Questi due sostantivi sono considerati – dai vocabolari – l’uno sinonimo dell’altro, ma a ben vedere c’è una differenza semantica, e lo avevamo sempre sospettato. Il nostro sospetto, infatti, è confermato (e "sciolto") da quanto scrive il linguista Luciano Satta.
«A vocabolari chiusi, noi diciamo che c’è una differenza. E chi la conosce non si meravigli della presente noterella, che noi facciamo perché la differenza viene rispettata solo di rado.
Per quel che riguarda l’azione, possiamo usare indifferentemente uno dei due sostantivi, con i corrispondenti verbi: “Il rapimento (il sequestro) è avvenuto per la strada”, “La donna è stata rapita (sequestrata) per la strada”. Ma quando invece dell’azione si parla dello stato, noi distingueremmo, facendo a meno di “rapimento” e usando “sequestro”: “Il sequestro è durato un mese” e non “Il rapimento è durato un mese”.
Sennò, altro che moviola. In parole povere, secondo noi ‘rapimento’ indica l’azione e basta, ‘sequestro’ può indicare sia l’azione sia lo stato».
Menare per il naso
Chi non conosce questo modo di dire che si adopera quando si vuol prendere in giro una persona facendole credere cose non vere o improponibili oppure raggirandola e facendosi beffe di lei?
L’espressione sembra derivi dai domatori girovaghi i quali erano soliti mettere al naso degli orsi un anello al quale era legata un corda che, tirata dal domatore, costringeva le povere bestie a danzare.
Comprare una cosa per quattro palanche
Non sappiamo se questo modo di dire sia ancora in uso dato che le palanche sono in... disuso. E ci spieghiamo.
La locuzione - corrispondente a quella piú "moderna", 'per quattro soldi' - si adoperava, un tempo, per mettere in evidenza il fatto che si era riusciti ad acquistare qualcosa di prezioso a bassissimo prezzo.
Il detto si riferiva, soprattutto, a coloro che erano costretti a svendere un bene per "quattro palanche" a tutto vantaggio dell'acquirente. La palanca era, infatti, una moneta di pochissimo valore in uso in alcune regioni del nostro Paese, tra le quali la Repubblica Veneta.
Sotto il profilo prettamente etimologico la moneta in oggetto, che era di rame, non ha nulla che vedere con la "palanca" latina, cioè con una grossa trave, ha mutuato il nome dallo spagnolo "blanca" ('bianca').

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