Proposizioni oggettive
316. Le proposizioni oggettive si uniscono alla principale come le soggettive; per mezzo cioè della congiunzione che, e fanno da oggetto, non solo ai verbi transitivi, ma anche a molti altri verbi che, se reggessero un nome, si costruirebbero con una preposizione e che sono perciò intransitivi. In generale adunque i verbi che posson reggere una proposizione oggettiva, son quelli che significano un atto dell’animo, un sentimento, un’opinione o la manifestazione di essa;

317. p. es. volere, comandare, permettere, proibire, pregare, fare, procurare, meritare; sperare, temere, dubitare, sentire, stupire, lagnarsi, sdegnarsi; pensare, sapere, conoscere, giudicare; dire, dichiarare ecc. ecc. e, oltre a questi verbi, frasi composte che abbiano il medesimo significato, o nomi analoghi; p. es. esser risoluto, dare il permesso, avere speranza o timore, stare in dubbio, esser d’opinione, fare una protesta, la speranza che ecc. il timore che, disperati che ecc.

318. Esempi. – Pampinea comandò che ogni uomo tacesse. Boccaccio. – N’era molto lieta sperando che (quella lettura) gli gioverebbe. Belcari. – Sappiate ch’io sono Suembaldo re de’ Moravi. Giambullari. – Spengo la sete mia coll’acqua chiara, Che non tem’ io che di venen si asperga. Tasso. – Varrone si maravigliò e dolsesi che tutto il pretorio lo avesse udito. Boccaccio.

319. Voi m’avete stimolato che io di amare .... rimanga. Boccaccio. – Lo cominciò a pregare ch’egli lasciasse gli errori della fede giudaica. Boccaccio. – Con la congiunzione sottintesa. Fatto imperatore Ottone, Agapito papa si volse a pregarlo venisse in Italia. Machiavelli. – Stimo sia conveniente renderti consapevole di varie difficoltà. Leopardi.

320. Talora coi verbi dire, dichiarare, mostrare e simili, si usa anche come nel senso di che. (Vedi P. I, cap. XXV, § 26 al capoverso quinto). Padre del ciel .... Rammenta lor com’oggi fosti in croce Petrarca.

321. Talora con verbi di sentimento come maravigliarsi, dolersi, dispiacere ad alcuno, esser caro ecc. si usa anche la particella condizionale se o la causale perchè. – Non ti maravigliar s’io piango (cioè che pianga). Dante. – Non ti maravigliar perch’io sorrida. Dante.

Proposizioni oggettive di forma negativa
322. Alcune proposizioni oggettive sogliono premettere al verbo la particella non, nei seguenti casi:

323. dopo verbi od altre espressioni della proposizione principale che significhino timore e sospetto (temere, paventare ecc. timore, paura ecc. timoroso, pauroso ecc.) Temo che non sia già sl smarrito, Ch’io mi sia tardi al soccorso levata. Dante: