InvernALE ma... estIVO. Perché?

«Cortese dott. Raso,
mi piacerebbe conoscere la ragione per la quale da inverno abbiamo
invernale; da autunno autunnale, da primavera primaverile ma da estate estivo. Perché, insomma, quest'ultimo aggettivo non è composto con il suffisso -ale o -ile? Sarebbe scorretto, dunque, dire o scrivere estatale o estatile?
Grazie se prenderà in considerazione la mia richiesta.
Con i migliori saluti.
Ivano P.
Rieti
»

Gentile Ivano, il suo ragionamento è logico ma non rispecchia, però, la realtà linguistica. Vediamo. Tanto invernale quanto primaverile provengono dai rispettivi sostantivi con l'aggiunta dei suffissi -ale e -ile (invernale, primaverile).
I predetti suffissi specificano ciò che riguarda, che è proprio: invernale, che riguarda l'inverno; primaverile, che è proprio della primavera. Lo stesso discorso per autunnale che non proviene, però, dall'italiano autunno ma dal latino autumnalis.
Per quanto riguarda estivo, infine, non discende dal sostantivo italiano estate ma dal latino aestivus, da aestus, calore. Di qui, per l'appunto, estivo.

24-03-2020 — Autore: Fausto Raso — permalink


Un latte macchiato, due latti macchiati

«Cortese dott. Raso,
qualche giorno fa ero al bar con alcuni amici e ho ordinato tre
latti macchiati. Uno di questi mi ha ripreso sostenendo che è errato pluralizzare il latte. Avrei dovuto ordinare «tre latte macchiati». Ho proprio commesso uno strafalcione? Tre latte macchiati mi suona veramente male. Un suo cortese parere.
Grazie e cordiali saluti.
Umberto C.
Verona
»

Fino a qualche tempo fa il latte era considerato un "nome di massa", per tanto non essendo numerabile era difettivo del plurale. Ora esistono vari latti: latte detergente, latte tonico ecc. Il suo plurale, quindi, anche se veramente bruttino, è latti.
A mio avviso, quindi, si può dire benissimo latti macchiati. Qualche vocabolario comincia, infatti, a riportare il plurale latti. È lo stesso caso, insomma, di acqua e riso (la pianta), un tempo classificati tra i sostantivi invariabili.
Insomma, gentile Umberto, al bar ordini pure tre latti macchiati e il conto lo faccia pagare a chi non è d'accordo sul plurale. Se non piace latti (che, ripeto, non si può considerare un errore) c'è l'alternativa: tre bicchieri o tazze di latte macchiato.

23-03-2020 — Autore: Fausto Raso — permalink


Il paùro

Chi ha paura del paùro? Non stiamo delirando, vogliamo dire che il sostantivo in oggetto, non attestato nei vocabolari dell'uso, indica un feroce assassino che si nasconde nei boschi.

E chi lo dice? Non l'umile titolare di questo portale, ma un "grande", Niccolò Tommaseo.

«S. m. Si chiamarono Pauri in Toscana certi famosi assassini che si nascondevano ne' boschi delle Salajuole, ch'è luogo a dodici o quattordic' miglia da Firenze. (Fanf.) T. Come Paura, l'oggetto che fa paura; e come Figuro per Figura».

20-03-2020 — Autore: Fausto Raso — permalink