Prendere sottogamba

Crediamo sia molto difficile trovare una persona che non abbia mai adoperato o, per lo meno, sentito questo modo di dire, che — si sa — significa sottovalutare, prendere una cosa con molta leggerezza e disinvoltura, senza tener conto di eventuali difficoltà; in una parola, prendere tutto alla leggera.

Donde viene quest'espressione adoperata, appunto, in senso traslato o figurato? Alcuni scienziati della lingua ritengono sia nata nei circoli bocciofili.

Sembra, infatti, che un accanito giocatore di bocce si vantasse di riuscire a colpire il pallino con la boccia tirandola con il braccio fatto passare sotto la gamba.

Poiché non sempre riusciva nell'impresa i suoi detrattori coniarono la locuzione prendere sottogamba, appunto, con il significato a tutti noto: fare le cose alla leggera.

25-09-2019 — Autore: Fausto Raso — permalink


Abbonare e abbonire

I verbi suddetti non sono l'uno sinonimo dell'altro in quanto cambiano di significato mutando di coniugazione. Il primo, si presti attenzione, si coniuga secondo la legge del dittongo mobile e significa defalcare una parte di un credito a vantaggio del debitore: Giovanni ha abbonato all'amico Luigi la somma di cinquemila euro; usato nella forma riflessiva vale pagare una determinata somma per ottenere un servizio: mi sono abbonato al mio
giornale preferito.

Il secondo, abbonire, si coniuga inserendo, in alcuni tempi e modi, l'infisso -isc- e significa placare, calmare e simili: non sono riuscito ad abbonirlo.

24-09-2019 — Autore: Fausto Raso — permalink


Fare (o essere) il testimon di San Gennaro

I cortesi lettori amanti dei modi di dire e che ci onorano della loro attenzione — se faranno mente locale e andranno a ritroso nel tempo — non avranno difficoltà a individuare — tra i loro conoscenti — moltissimi testimoni di San Gennaro. Ma chi sono costoro? È presto detto: i bugiardi e gli impostori.
Allora, amici, quanti testimoni di vostra conoscenza vi sono venuti alla mente? Avete bisogno di una calcolatrice? Bando agli scherzi e vediamo l'origine della locuzione affidandoci — come facciamo spesso — a Ludovico Passarini.
«Questi (i testimoni di San Gennaro, ndr) erano (...) ciechi, rattratti, infistoliti, balbuzienti e simili, soliti a star sulla soglia della chiesa di San Gennaro in Napoli a buscar limosine. Fra i ciechi vi erano quelli che, anche con un occhio solo avrebbero infilato gli aghi al bujo; e quelli che, ciechi davvero, dicevano di veduta con questi occhi; fra i rattratti quelli che avrebbero corso il palio; e fra gli infistoliti quelli che, levata la fasciatura, non avrebbero mostrato che la cicatrice di una coltellata avuta in gioventù.
Cosicché costoro erano bugiardi e impostori: e non essendone il numero mai scarso, e delle loro furberie ed inganni più maiuscoli parlandosi spesso, ne derivò che andarono in proverbio, cosicché, per dare ad uno del bugiardone o del complice delle altrui furberie, fu appellato Testimonio di San Gennaro (...)
».

23-09-2019 — Autore: Fausto Raso — permalink