Portar polli
Ci piacerebbe sapere quanti lettori — loro malgrado — hanno portato dei polli a qualcuno, hanno, cioè, favorito intrighi d'amore; si sono prestati, insomma, nel tenere i contatti tra due amanti.
Questo è, infatti, il senso figurato della locuzione, anche se poco conosciuta. E i polli cosa hanno che fare con i convegni amorosi?
Carlo Battisti, glottologo scomparso, fa derivare la locuzione dal francese poulet, diminutivo di poule, gallina, donde biglietto amoroso perché questo biglietto, dalle punte piegate, ricorderebbe le ali di una pollastra.
C'è buffo e... buffo
Ecco un vocabolo della nostra bellissima lingua che cambia completamente di significato a seconda delle funzioni: buffo. Questo termine, dunque, può essere tanto sostantivo quanto aggettivo.
Come sostantivo, forse poco conosciuto, sta per folata, soffio di vento: «Pareva dovesse crollare ad ogni buffo di vento» (I. Nievo).
Come aggettivo significa che fa ridere, che provoca il riso, comico, ridicolo e simili: è una storia veramente buffa.
Per un approfondimento ci affidiamo a Ottorino Pianigiani.
Dimenticavamo. Come sostantivo e di uso romanesco vale anche debito (l'etimologia è incerta) e si adopera per lo più nella forma plurale: Luigi è pieno di buffi.
Dietro
Come preposizione impropria vale nella parte posteriore; al di là di un'altra cosa e si unisce direttamente al nome che segue: dietro la casa; dietro la piazza. Alcuni preferiscono accompagnarlo con la preposizione (semplice o articolata) a: dietro alla facciata; dietro al mobile. Riteniamo, questo, un uso non molto corretto e, quindi, da evitare in buona lingua italiana.
Dietro è di per sé una preposizione, sebbene impropria, per quale motivo (grammaticale) farlo seguire da un'altra preposizione? È obbligatoria, invece, la preposizione di quando dietro è seguito da un pronome personale: dietro di voi; dietro di loro. Quest'ultima preposizione (di) si tramuta in a, però, quando è espresso un concetto di moto a luogo (reale ofigurato): andava sempre dietro a lei; correva sempre dietro alla moda.
In funzione avverbiale dietro significa nella parte posteriore e spesso è accompagnato con altri avverbi di luogo o preceduto dalla preposizione di: sedeva dietro o di dietro, vale a dire nella parte posteriore.
E, sempre come avverbio, può assumere un valore temporale con il significato di dopo: ha commesso un errore dietro' l'altro.
Concludiamo queste due parole, due riportando quanto dice in proposito l'illustre linguista, ormai scomparso, Aldo Gabrielli, un padre della lingua:
«Con dietro si costruiscono numerose locuzioni scorrette che è necessario evitare; non si dica dietro sua domanda, ma a sua domanda; dietro consegna, ma alla consegna; dietro versamento ma contro versamento, all'atto del versamento; dietro il vostro intervento ma per il vostro intervento; dietro la vostra assicurazione ma dopo la vostra assicurazione (...)».
E tante altre ancora che omettiamo per non tediarvi oltre misura.

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