Vero e proprio
Una riflessione del linguista Luciano Satta, che facciamo nostra e la portiamo all'attenzione degli amici lettori. Vediamo.
«Una sciocchezza (...) è il rafforzare un traslato con l'espressione vero e proprio; è un rafforzamento che ottiene lo scopo contrario, perché l'immagine viene indebolita, anzi la metafora, se si vuol essere rigorosi, non è più metafora e cade nel ridicolo.
Qualcuno scrisse, spiegando il significato di una certa legge ponte (cioè del provvedimento temporaneo che si prende in attesa di uno più ampio e organico) che essa legge era un vero e proprio ponte; noi non la vedemmo altro che come una legge riguardante strade e ponti».
Il retrobocca?
A nostro modo di vedere il sostantivo retrobocca è di genere femminile con il rispettivo plurale, anche se siamo smentiti dai vocabolari consultati, che attestano il termine di genere maschile e invariabile.
Perché femminile? Perché nella nostra lingua tutte le parole formate con il prefisso retro- prendono il medesimo genere del vocabolo che segue il prefisso.
Tra i vocabolari esaminati sono decisamente per il maschile: il DOP, il GRADIT, il Devoto-Oli, il Treccani, Sapere.it (Garzanti linguistica) e lo Zingarelli, quest'ultmo dà la forma femminile di uso raro. Sono per il femminile il Palazzi e il Gabrielli.
Una rapida ricerca con Googlelibri ci rincuora, però: 424 occorrenze per la retroboccae 159 per il retrobocca.
L'anedonia
«Gentilissimo dott. Raso,
mi sono imbattuto per caso nel suo meraviglioso sito, cercavo una risposta a un dubbio linguistico che mi assillava da tempo: se con i cosiddetti verbi meteorologici si possono usare indifferentemente gli ausiliari essere e avere. L'ho sciolto grazie alla sua impareggiabile rubrica, che ho messo subito tra i preferiti.
Mi prendo l'ardire di scriverle per un quesito: esiste il termine anedonia? e se esiste che cosa significa? Ho trovato questo vocabolo leggendo una vecchia rivista. Ho interrogato tutti i vocabolari in mio possesso e quelli in rete, ma non ho avuto alcuna risposta.
Confido in lei. Grazie in anticipo se avrà la bontà di rispondermi e ancora complimenti per la sua indispensabile rubrica.
Cordialmente
Federico B.
Palestrina (RM)»
Cortese Federico, la ringrazio di cuore per le sue belle parole, fa sempre piacere ricevere apprezzamento per il proprio lavoro.
Quanto al suo quesito ha ragione, il termine in questione non è attestato nei vocabolari (lo riporta solo il De Mauro, se non cado in errore). Esiste, comunque; è di provenienza classica (greca) ed è adoperato in ambito medico con il significato di perdita o assenza della sensazione di piacere, soprattutto sessuale.
Veda qui.

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