Verifichiamo...
«L'incidente si è verificato alle prime luci dell'alba sulla A1». Frasi del genere si leggono sui giornali e si sentono nei notiziari radiotelevisivi, ma sono tremendamente errate, con buona pace dei vocabolaristi, che danno al verbo un significato che non ha: accadere, succedere, avvenire e simili.
Ma è errata anche la locuzione «alle prime luci dell'alba». L'alba già in sé contiene le prime luci. Si dirà, correttamente, all'alba o alle prime luci del giorno.
E veniamo al verbo verificare, che significa vedere se corrisponde al vero. Non è corretto — come dicevamo — usarlo nelle accezioni di 'accadere, succedere e simili.
Una notizia, infatti, non deve essere verificata prima di essere pubblicata? Un incidente, per tanto, prima accade, poi si verifica.
A quattro mani
La stampa, tutta, e i notiziari radiotelevisivi ci fanno sapere che la prima enciclica di papa Francesco è stata scritta a quattro mani (la prima stesura è di Benedetto XVI). Quanto si legge e quanto si sente ci sembra una castroneria.
L'espressione a quattro mani si usa — a nostro avviso (ma anche secondo i vocabolari) — solo riferita a due pianisti che suonano assieme il medesimo brano sullo stesso pianoforte. Uno scritto, se fatto in collaborazione con un'altra persona, è... scritto a due mani.
Grandidizionari - quattro
Tg3 Rai.it
Repubblica.it
Mezzo e metà
Due parole, ancora, sull'uso corretto di mezzo perché la stampa, nonostante le nostre modeste prediche continua, imperterrita, ad adoperare il vocabolo in oggetto in modo errato; lo considera sempre aggettivo e lo concorda con il sostantivo cui si riferisce: due ore e mezza.
No, amici: due ore e mezzo. Questa la sola forma corretta (nonostante ci siano i soliti bastian contrari fra i vocabolaristi e i linguisti).
Perché due ore e mezzo è l'unica forma corretta? Perché in questo caso mezzo non è aggettivo, ma sostantivo neutro e sta per una metà (di un'ora). Si dirà correttamente, quindi, due ore e mezzo, vale a dire due ore e una metà di un'ora.
Quando mezzo è sostantivo, insomma, e, come detto, sta per una metà ed è posposto al sostantivo al quale è unito tramite la congiunzione e deve rimanere invariato: due etti e mezzo; cinque chili e mezzo; due settimane e mezzo; tre ore e mezzo.
Attenzione, però, amici lettori, a non confondere mezzo con metà, ché sono due cose distinte, come giustamente fa osservare Leo Pestelli nel suo preziosissimo libro.
«Metà è una delle parti uguali di checchessia, le quali, unite insieme, compongono un tutto; Mezzo, quel punto che è ugualmente lontano dagli estremi, il lettore ci perdoni il ricordo pedantesco; ma importava rinfrescare che Metà non è Mezzo. Abbiamo fatto una metà del cammino, è dunque ben detto; non così, come purtroppo si dice: Siamo a metà del cammino, perché essendo nel punto che segna le due metà della strada, siamo, come insegna Dante nel primo verso della Commedia, Nel mezzo del cammino o A mezzo il cammino. Così, rettamente: Vi attendo a mezzo febbraio, e non alla metà di febbraio».
Pedanteria? Giudicate voi.

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