La collisione...

La collisione, come si sa, indica uno scontro, uno urto fra oggetti.
Questo termine, infatti, è adoperato nelle cronache giornalistiche parlando di incidenti stradali, ferroviari, aerei ecc.
Alcuni usano il vocabolo - a nostro modo di vedere impropriamente - riferendolo a urti ideali, a "scontri di idee": tra i due oratori c'è stata una collisione di idee, di opinioni.
In questi casi i sostantivi che fanno alla bisogna — sempre a nostro modo di vedere — sono contrasto, discrepanza, discordia e simili.
Siamo confortati in ciò dal dizionario di Ottorino Pianigiani.Etimo.it - collisione

19-09-2018 — Autore: Fausto Raso — permalink


Interdetto? Sí, proibito, vietato

Due parole sull'uso del participio passato del verbo interdire: interdetto.
Il significato del verbo — come tutti dovremmo sapere — è vietare, proibire, impedire (con autorità): gli fu interdetto di bere. Nel diritto vale vietare, proibire a qualcuno l'esercizio della propria capacità legale.
Alcuni danno al participio passato in oggetto un significato che non ha perché lo adoperano come sinonimo di: sbalordito, senza parole, turbato, stupefatto, sorpreso, stupito, incredulo, attonito e simili: a quelle parole il giovane rimase interdetto; tutti gli astanti rimasero interdetti.
Chi ama il bel parlare e il bello scrivere aborrisca da quest'uso, anche se legittimato da qualche vocabolario.Etimo.it - interdire

18-09-2018 — Autore: Fausto Raso — permalink


Fare come il caval del Ciolle

Per la spiegazione di questo modo di dire (probabilmente poco conosciuto) ricorriamo — come facciamo di tanto in tanto — a una storiella.
Il ragionier Frullini desiderava ardentemente avanzare di grado nell'ufficio in cui prestava la sua opera. Ogni mattina, quindi, si recava nella stanza del capo del Personale con la speranza di ricevere la buona novella, e ogni mattina il dr Piani — questo il nome del dirigente — lo congedava con belle parole e tante promesse.
«Vede, ragioniere, lei è insostituibile, conosce il suo lavoro meglio di altri, se la rimuovo dall'incarico che svolge attualmente per 'promuoverla' — come lei desidera e come giustamente merita — mi ritrovo l'ufficio esportazioni privo di un capo 'carismatico' quale lei è. Abbia ancora un po' di pazienza, aspetti che il suo collaboratore abbia imparato bene le mansioni per le quali è stato assunto poi, glie lo prometto, il posto di dirigente aggiunto, resosi vacante, sarà suo».
Dopo queste bellissime parole, Frullini lasciava la stanza del suo superiore contento e 'ringalluzzito', e riprendeva serenamente il suo lavoro in attesa del 'grande salto'. Questa scena si ripeteva — come abbiamo visto — tutte le mattine, da diversi mesi. Gli impiegati lo avevano soprannominato, per questo, il cavalier del Ciolle perché si comportava come il suo cavallo: si accontentava di tante parole senza approdare a nulla.
Per l'origine dell'espressione chiediamo aiuto a Benedetto Varchi, che nel suo 'Ercolano' cosí scrive: «Di quelli che si beccano il cervello, sperando vanamente che una qualche cosa debba loro riuscire e ne vanno cicalando qua e là, si dice che fanno come il caval del Ciolle, il quale si pasceva di ragionamenti, come le starne di monte Morello di rugiada»

17-09-2018 — Autore: Fausto Raso — permalink