È proprio uno scarciume...
Tra le parole che ci piacerebbe fossero rispolverate e rimesse a lemma nei vocabolari segnaliamo "scarciume". Sostantivo maschile.
Adoperato figuratamente indica una persona spregevole o sgradevole.
La dicearchìa
«Gentilissimo dott. Raso,
rassettando la soffitta mi sono imbattuto in un vecchio giornale, l'ho aperto e sono rimasto colpito da un titolo che campeggiava in prima pagina: «Solo con la dicearchia saremo sicuri di vivere liberamente». Incuriosito da un termine che non avevo mai sentito mi sono precipitato a consultare tutti i vocabolari in mio possesso: della dicearchia neanche l'ombra. Spero che lei possa soddisfare la mia curiosità oltre che colmare una mia lacuna linguistica.
Grazie in anticipo della sua eventuale risposta.
Sebastiano L.
Palestrina (RM)»
Cortese Sebastiano, effettivamente il vocabolo in oggetto non è attestato nei dizionari dell'uso, e la cosa mi stupisce non poco visto che si trova in numerose pubblicazioni.
Con il termine dicearchìa, dunque, composto con le voci greche δίκη (dike), giustizia e ἀρχία (archìa), sovranità, si intende un governo giusto, uno Stato in cui la legge è sovrana perché è la massima autorità.
Avere il baco
C'è un solo lettore di queste modeste noterelle che possa dire — onestamente — di non essere mai stato posseduto, naturalmente in senso figurato, da un baco? Se, per caso, ce ne fosse uno, mentirebbe spudoratamente: tutti nella vita, prima o poi, abbiamo avuto che fare con questo animaletto. Perché?
Perché tutti ci siamo innamorati. Questo è, infatti, il significato della locuzione che avete appena letto. Dice il principe dei modi di dire, Ludovico Passarini, che «baco è lo stesso che verme, e il verme è un tremendo roditore sordo, che, lentamente sì, ma senza posa consuma le viscere del corpo in cui è nato e tiensi nascosto.
Orrendi sono i danni prodotti dal verme, e il più spesso irreparabili, perché non avvertiti a tempo. La peggiore malattia che incoglie i bambini è quella detta appunto dei bachi o dei vermi; le povere mamme lo sanno. I vermi morali poi sono i più fieri; e che voglia che dirsi e che fare; il verme del rimorso strazia irreparabilmente.
Se stesse bene prendere in burla tal pensiero, si potrebbe il rimorso chiamare il verme solitario dell'anima. Dal verme, dunque, che adagino adagino lavora dentro, guasta il sangue, scolorisce i be' visini e infonde malinconia e tristezza, che non la sa chi non la prova, dico essere provenuta la metafora avere il baco (...)
Avere il baco di che sia vale, quindi, figuratamente, essere innamorato, siccome spiegano i vocabolari. Significa ancora, pretenderla in qualche cosa, avere passione. Il Bellini nella Cicalata posta innanzi alla sua Bucchereide a c. 6 dice di più che questo vostro parente non ha altro da tacciarsi, che un piccolo difettuzzo , e questo è un po' di baco di Poeta, e che però stasera cicalerà verseggiando (...)».

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