A giumelle

«Cortese dott. Raso,
sono un suo fan, la seguo dal tempo del
Cannocchiale. Le scrivo per una curiosità. Leggendo un vecchio libro mi sono imbattuto in un'espressione che non avevo mai sentito: a giumelle. Ho cercato nei vocabolari in mio possesso, ma non ho ricavato un ragno dal buco. Può dirmi se esiste e soprattutto che cosa significa?
Grazie e distinti saluti
Rossano P.
Cosenza
»

Gentile Rossano, l'espressione esiste, anche se non comune e, di conseguenza, poco conosciuta.
Significa in abbondanza e indica una quantità di qualcosa che può essere contenuta nel concavo di entrambe le mani accostate. Le copincollo quanto riporta, in proposito, il vocabolario Treccani in rete:
«giumèlla s. f. [lat. gemĕlla (manus) «(mano) doppia», femm. dell'agg. gemellus «doppio>»]. — Cavità formata dalle mani accostate insieme con le dita riunite e leggermente incurvate verso l'alto; soprattutto nella locuz. fare giumella, e meno com. fare giumelle (delle mani, delle palme): bevono facendo giumella delle palme (Carducci). Anche, quanto entra o può essere contenuto in tale cavità: una g. di riso, di farina, di fagioli, ecc. Come locuz. avv., non com., a giumelle, in abbondanza.
La locuzione si trova in molte pubblicazioni. Clicchi su: https://www.google.it/search?q=%22a+giumelle%22&btnG=Cerca+nei+libri&tbm=bks&tbo=1&hl=it

17-12-2018 — Autore: Fausto Raso — permalink


Scartare...

«Gentilissimo dott. Raso,
la ringrazio veramente di cuore per la sua esaustiva risposta circa l'uso del participio passato
cociuto. C'è sempre da imparare. Grazie ancora. Approfitto della sua non comune squisitezza per un altro quesito. Il verbo scartare significa, come si sa, togliere la carta, togliere l'involucro e simili. Si usa anche nel significato di allontanare, mettere da parte, ricusare, accantonare. In queste ultime accezioni cosa ha a che vedere la carta con il verbo in questione?
Grazie in anticipo e molte cordialità.
Eugenio T.
Savona
»

Cortese amico, grazie, innanzi tutto, delle sue belle parole. Scartare nell'accezione di accantonare e simili sembra provenga dal gioco delle carte.
Preferisco, però, che le risponda il linguista Ottorino Pianigiani. Clicchi su: Etimo.it - scartare

14-12-2018 — Autore: Fausto Raso — permalink


Successo e succeduto

Probabilmente non tutti concorderanno su quanto stiamo per scrivere. Vogliamo spendere due parole su un verbo che ha due participi passati e due forme della terza persona singolare del passato remoto (che, però, non tutti i così detti sacri testi menzionano).

Alludiamo al verbo 'succedere'. Questo, dunque, ha due participi passati: successo e succeduto; e due terze persone singolari del passato remoto: successe e succedette. Alcuni non fanno distinzione... alcuna sull'uso dei participi e delle due forme del passato remoto.

In buona lingua si preferisce succeduto e succedette quando il verbo assume il significato di subentrare a qualcuno e simili: Giovanni Paolo I succedette a Paolo VI; si avranno successo e successe allorché il verbo in questione sta per accadere, avvenire: Giovanni non ricorda più cosa successe nel 1968.

13-12-2018 — Autore: Fausto Raso — permalink